Centinaia di donne egiziane che protestavano nella piazza Tahrir al Cairo chiedendo pari opportunita e la fine delle violenze sessuali sono state insultate e spintonate da un gruppo di uomini. Nel frattempo i soldati hanno sparato in aria per disperdere i manifestanti che si sono scontrati a sud dalla capitale, bruciando pneumatici e danneggiando automobili parcheggiate. (RaiNews24)
Il Cairo - In piazza Tahrir, luogo simbolo della rivoluzione egiziana, piccoli gruppi di donne che manifestavano in occasione della
festa della donna, sono stati allontanati dalla piazza da uomini che, scandendo slogan antifemminili, le hanno strappato di mano i cartelli gettandoli per terra.
Il ministro per la Famiglia, Moushira Khattab, molto contrariata, ha espresso ufficialmente tutto il proprio disappunto per l’accaduto, ed ha sottolineato che molte donne hanno preso parte attiva alle manifestazioni e alle proteste che sono culminate con la cacciata di Mubarak dal potere.
“Non e’ possibile che alle donne, che hanno molto contribuito con la loro presenza alla riuscita della rivoluzione, vengano negati i loro diritti”. Queste le parole del Ministro per la Famiglia egiziano.
Il capo dello Stato: «Le donne hanno il dovere di esigere rispetto. Le italiane ancora lontane dalla parità
"A tutte le
donne spetta nella quotidianita' della loro vita, il dovere di contrastare luoghi comuni, esigere rispetto e considerazione".
L'India delle mogli bambine
Il 44,5 per cento delle donne indiane sposate era ancora minorenne il giorno delle nozze. (Fonte
Internazionale)
Iran: Amnesty denuncia nuove condanne alla lapidazione
mercoledì, 16 gennaio, 2008
Nove donne e due uomini in Iran aspettano di essere uccisi a colpi di pietra
Donne sfigurate in Bangladesh
In Bangladesh ogni giorno donne che vogliono affermare il loro diritto di scegliere subiscono una terribile violenza che brucia nel profondo la loro dignità, il volto, la loro bellezza.
Voltare lo sguardo, per loro, può bruciare come l'acido.
Sul corpo delle bambine
La testimonianza di
Nawal al-Sa'dawi, ginecologa e scrittrice egiziana, vale più di molti discorsi sulle mutilazioni sessuali femminili, sul loro significato simbolico, storico, religioso e culturale. Per diventare donne, in molti paesi del mondo, le bambine devono privarsi di una parte di sè, il segno dell'adolescenza femminile è la rinuncia, un taglio doloroso, un marchio indelebile, una mutilazione.
Fonte: Unicef
Non credo ci sia bisogno di commentare, una cosa vorrei dirla però e cioè che il cammino è ancora lungo e che dobbiamo lottare per non fare mai, dico mai, passi indietro e contrastare qualsiasi forma di potere che tolga libertà a tutti gli esseri umani, uomini e donne, ma di solito sono le donne quelle più indifese e vulnerabili, ma soprattutto dovremmo continuare a contrastare tutti coloro che ci vorranno impedire di vivere con gioia la nostra vita.