Avevo letto Carver nell'estate di diversi anni fa
e da quello che mi ricordavo mi era piaciuto.
"Principianti" è un libro di racconti oscuri e amari,
uno spaccato di provincia americana difficile da immaginare.
Violenza, alcool, durezza e trascuratezza,
un universo freddo e problematico
come un pugno nello stomaco.
Non vedevo l'ora di finirlo
per uscire da quelle stanze che mi soffocavano
per dimenticare quei volti e quelle voci,
per non vedere più riempire bicchieri
e per non dovermi immaginare scene di violenza domestica.
Questo è Carver,
o perlomeno questo è stato Carver per me,
cupo e tetro,
come la provincia americana che racconta.
Non c'è quasi mai giudizio,
quasi mai finale,
non ti dice da che parte stare,
ti schiaffegia e ti lascia lì
da solo.
E si è confusi,
come centrifugati e frastornati,
ammassati in una realtà che vorremo non ci appartenesse mai...