Powered By Blogger

sabato 10 novembre 2012

Spensieratezza









L'annotazione è del venti luglio...chissà cosa, o quale lettura, me l'aveva riportata alla mente.
E' una parola molto bella.
Legata all'infanzia, alla giovinezza.
Chi non vorrebbe essere spensierato?
Almeno ogni tanto...
 
 
 

spensierato

[spen-sie-rà-to] agg.
  • • Sereno, non afflitto da pensieri cupi o fastidiosi, perché ne è libero o li evita: natura s. dei giovani || l'età s., la fanciullezza
  • avv. spensieratamente, senza preoccupazioni

Se proviamo a chiudere gli occhi e a voler riprovare quella sensazione di leggerezza e  allegria,
ci ritroveremo, come  per incanto, a casa,
la casa dove siamo cresciuti.
Sentiremo nell'aria la musica, gli amici, i borghi pieni di sole e di gioco:
campana, palla prigioniera, figurine, tappini.
Le ginocchia sbucciate,
spesso gonfie per le ortiche,
le corse la mattina presto per non arrivare tardi a scuola, con il viso bagnato dalle lacrime  per il freddo.
Nascondino,
in tanti, tantissimi, nelle sere estive.
Le corse in motorino nelle strade di campagna
e i primi intensi, tenerissimi innamoramenti.
Il flipper in piscina, ma sempre pochi soldi,
perdere tempo, in piazza, in giro,
fino alla maturità,
che ci ha separati alla ricerca di un futuro.
Dovremmo cercare di ritrovarla ogni tanto,
allentare i lacci che ci stringono e ci impediscono di respirare al giusto ritmo,
lasciando che la mente ritorni serena.
 
 


     
 


venerdì 9 novembre 2012

REMINDING




Qualche goccia e nubi cariche
E il giallo della colza
Poi un vento potente
Il profumo liquoroso del gelsomino
Lo stordimento di quel frumento spettinato ormai biondissimo, quasi
albino
Non riuscivo a staccare gli occhi e l'obiettivo dal rosso unito
all'azzurro, papaveri e altri fiori di campo dai colori violenti
Ho cercato a lungo i fiordalisi ma non ne ho trovato neppure uno.
Scomparsi.




Inviato da iPhone




 
 
 

martedì 6 novembre 2012

Melancholy




dolce nostalgia



Se da un lato la nostalgia è disillusione e può condurre a un malessere del corpo e della mente, dall’altro può essere vissuta come una spinta verso il luogo di origine, verso il proprio paese, verso gli affetti, verso le proprie radici e la propria storia, spinta che consente di non sentirsi senza casa, senza appartenenza, senza paese e costituisce una risposta al sentimento del pericolo incombente sulla propria identità.
 Nostalgia allora anche come consolazione e come rifugio.
Spesso la nostalgia si condensa intorno ad alcune immagini (di oggetti, di luoghi, di persone) che si rivelano nell’esperienza come fortemente significativi per la propria dimensione dell’essere e molto consolatori rispetto al vissuto dello  spaesamento.
(wikipedia)

domenica 4 novembre 2012

L'Incontro - Michela Murgia




Primo libro che leggo di questa scrittrice sarda, che ho imparato a conoscere  in qualche talk show dopo la notorietà arrivatagli con "Accabadora", suo romanzo del 2010, vincitore del Premio Campiello.
 
 
 
 
Michela Murgia scrive bene, la sua scrittura è fluida e pulita,
è diretta ed essenziale,
ma la storia non mi è piaciuta.
Come lei sono cresciuta in un paese, ho giocato nei borghi e 
vagabondato nei campi con i miei amici, in cerca di avventure.
Ho respirato la stessa aria di spensieratezza e goduto delle stesse vicissitudini,
in una parola, della stessa violenta libertà,
quindi capisco perfettamente, ed apprezzo, quello che scrive nelle due pagine di prologo:
"Non c'è stato di famiglia che possa vincere la battaglia contro i pomeriggi di sole estivo in cui si è riusciti a infilare il primo pallone in porta tra le grida dei compagni, o liberato una libellula gigante entrata per sbaglio in un retino per farfalle."
Ecco in queste prime pagine ho creduto di ritrovarmi nella stessa atmosfera di "Agostino", romanzo di Alberto Moravia  scritto negli anni quaranta.
La storia di un' amicizia che segna il trapasso dalla fanciullezza all'adolescenza,
la storia di un contesto umano che le città hanno cancellato,
la storia di legami che nulla potrà mai scalfire.
Come se questi legami si fossero intrecciati nelle fitte maglie del nostro essere e della nostra pelle:
"...la strada e l'averci giocato insieme offre ai bambini una più alta dimensione di parentela, che nemmeno da adulti sarà dimenticata..."
Su questo tema avrebbe dovuto lavorare Michela Murgia,
forse era anche nelle sue intenzioni,
ma la parte della processione,
la parte centrale del libro, quella che dà il titolo al libro,
personalmente l'ho trovata davvero noiosa.
Mi riprometto di leggere il suo Accabadora.