E' un ortaggio invernale.
I suoi gambi piuttosto duri e di sapore amarognolo, per limitare l'amaro, devono essere coltivati il più possibile in assenza di luce che li rende chiari e candidi (imbiancamento) e deve subire l'effetto delle gelate invernali che li renderà più teneri.
I gambi devono essere bianchi e compatti senza tracce di verde, altrimenti saranno duri e amari. Quelli che tendono ad aprirsi non saranno più molto freschi!
Ha pochissime calorie il cardo, sazia ed è ricco di calcio, potassio e sodio.
Per conservarlo si può tenerlo appeso.
Pulizia e pulitura del cardo richiedono molto tempo. Si eliminano le coste più esterne dure e filamentose e si lavano e tagliano a pezzi le altre lasciandole in acqua acidulata perchè non anneriscano.
Il Gobbo, come viene chiamato in Toscana è in realtà una varietà di cardo più tenera e dolce che è possibile consumare anche cruda o in pinzimonio.
Il cardo gobbo deve il suo nome alla coltivazione a cui viene sottoposto, infatti il gambo viene piegato e posto sotto terra. Il cardo di suo non crescerebbe gobbo! Ma quando la pianta a metà settembre viene messa sottoterra in una buca ampia e adagiata di fianco piegando le foglie con attenzione perchè non si spezzino e viene ricoperta da dieci, venti centimetri di terra, dipende dal freddo che fa e la si lascia lì, viva e prigioniera, nel buio della terra che la protegge dal gelo, ecco che i cardi si sforzano di liberarsi e protendersi verso la luce e così facendo si gonfiano e incurvano ingobbendosi.
Il buio interrompendo la fotosintesi clorofilliana li renderà così bianchi e teneri. Dopo circa un mese di interramento i cardi verranno finalmente liberati!!
Nella mia ricetta di "Cardi al forno alla Toscana" i gambi vengono bolliti in acqua salata con l'aggiunta di un cucchiaio di farina e succo di limone fino a raggiunta cottura. Scolati e lasciati raffreddare in uno strofinaccio per assorbire l'acqua rimasta saranno poi ripassati in padella con del burro e successivamente disposti in una pirofila con besciamella e parmigiano grattugiato. Il piatto sarà pronto dopo circa trenta minuti di forno a 200 gradi.
Insieme al tartan, il cardo è forse il simbolo che identifica maggiormente gli scozzesi, e oggi lo si vede usato per contraddistinguere come scozzesi una serie di prodotti, servizi e organizzazioni. Una leggenda racconta che un manipolo di guerrieri scozzesi stavano per essere sorpresi nel sonno da un gruppo di vichinghi invasori, e si salvarono solo perché uno degli attaccanti mise un piede nudo sopra un cardo selvatico. Le sue grida diedero l'allarme e gli scozzesi, risvegliati, sconfissero come di dovere i danesi. In segno di ringraziamento la pianta fu chiamata Guardian Thistle (cardo protettore) e venne adottata come simbolo della Scozia. Non esiste alcuna testimonianza storica che sostenga questa leggenda, ma qualunque siano le sue origini, il cardo è stato un simbolo scozzese importante per più di 500 anni. |
a parte che mi fai venire una fame... le foto sono bellissime!
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