Il primo giugno si festeggia il world milk day
Questa festa, istituita dalla Fao,
ha come scopo sottolineare il ruolo del latte nell'alimentazione quotidiana.
Del resto, il latte è a tutti gli effetti “alimento primordiale e archetipo alimentare” come l’ha definito l’antropologo francese Gilbert Durand.
Come si legge nel “Libro Bianco” di Assolatte, il latte è stato caricato per secoli di simbologie profonde, spesso di matrice religiosa, e oggi viene vissuto come un rifugio energetico e un luogo incontaminato: ogni volta che lo beviamo, il suo colore bianco si espande attraverso gli occhi all’interno dell’immaginario corporeo facendoci diventare candidi e liberandoci dei pensieri e delle emozioni negative.
Ma il latte è anche la “madre buona”, perché ci ricongiunge a quell’oceano di energia vitale che si rinnova incessantemente dentro di noi.
Il latte ci richiama al nostro bisogno di essere nutriti, amati, rigenerati e come tale è uno dei pochi alimenti che richiamano l’energia vitale. Bere latte è forse l’ultimo atto arcaico e primordiale rimasto nell’alimentazione degli uomini del terzo millennio.
Il latte ci richiama al nostro bisogno di essere nutriti, amati, rigenerati e come tale è uno dei pochi alimenti che richiamano l’energia vitale. Bere latte è forse l’ultimo atto arcaico e primordiale rimasto nell’alimentazione degli uomini del terzo millennio.
Secondo le stime Assolatte, i consumi a livello mondiale sono in continua crescita e dovrebbero raggiungere entro il 2012 i 201 miliardi di litri, con un accentuato sviluppo soprattutto in Europa orientale e Africa.
In Italia nel corso del 2010 gli acquisti domestici di latte alimentare sono ammontati a oltre 2,441 miliardi di litri, l’1,4% più che nell’anno precedente.
Ma i consumi restano bassi: arrivano solo a 56 litri annui pro capite contro i 108 litri della Spagna, i 106 litri del Regno Unito e gli 87 litri della Francia.
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